La storia che vi raccontiamo oggi si ambienta in una delle zone più suggestive e affascinanti d’Italia. Siamo in Liguria, per la precisione a Bonassola, un piccolo borgo vicino alle Cinque Terre, incastonato tra i ripidi pendii che guardano il mare, nella Riviera di Levante.
Di questo posto si sono perdutamente innamorati la coppia di sposi formata da Aida Forgione, di provenienza campana, e Antonio Zoppi, già originario di Bonassola, che nel 2000 decidono di abbandonare la frenetica routine cittadina e lasciare le proprie attività (l’impresa edile Antonio, e il negozio di abbigliamento Aida) e si trasferiscono, insieme al figlio Davide, tra le dolci onde di questi terrazzamenti e del mare su cui si affacciano, per realizzare così il sogno di una vita più vicina alla natura.
Ed è così che nasce l’azienda “Cà du Ferrà” (che letteralmente significa “Casa del Fabbro”, poiché in questa zona un tempo vi ferravano i cavalli). La coppia acquista alcuni edifici da ristrutturare per avviare un piccolo agriturismo e quattro particelle di terreno incolto, un tempo coltivato a vigna.
Aida è viticoltrice da generazioni e su questi piccolo appezzamenti ha modo quindi di mettere a frutto i propri saperi, guidata dalla propria passione che si somma a quella del marito Antonio per la terra e per il vino.
Da queste piccole quattro particelle di partenza, oggi l’azienda Cà du Ferrà conta ben 4 ettari di terreno che accolgono ben 9 vigneti, tutti esposti a sud, facenti parte di quattro comuni diversi: Bonassola, Levanto, Vernazza e Rio Maggiore, andando quindi a interessare anche il Parco Nazionale delle Cinque terre.
In questi territori, vista la conformazione delle colline terrazzate a declino sul mare, si parla a ragione di “viticoltura eroica”.
Ce lo racconta bene Davide Zoppi, nuova generazione alla guida dell’azienda:
“Anche la logistica per raggiungere i diversi appezzamenti è faticosa: a volte dopo mezz’ora di macchina occorre fare dei tratti a piedi lungo i sentieri. È vero, la coltivazione in questi luoghi è sicuramente molto difficile vista la pendenza, ma la vista che si gode da queste colline è imparagonabile e i risultati che otteniamo ci danno grandi soddisfazioni”.
Cà du Ferrà si è investita del compito di valorizzare non solo un territorio unico al mondo ma anche i suoi frutti. Per questo hanno scelto, con intraprendenza, caparbietà e coraggio di recuperare terreni incolti e abbandonati che fino a 50-60 anni prima erano vocati a questa viticoltura eroica e d’eccezione. Potremmo dire quasi “epica”!
“Possiamo affermare che il nostro sia un vino eroico – spiega Davide – dove tutta la fatica dell’uomo entra a pieno titolo a far parte della bottiglia”.
Davide Zoppi riesce a esprimere, in poche e semplici fasi, tutta la sua passione per questo mondo che ha scelto di fare proprio abbandonando la strada che aveva inizialmente intrapreso verso la magistratura, dopo la laurea in giurisprudenza. Ma a un certo punto, decide di accogliere in pieno il richiamo della terra e della vigna…
“L’amore per questa terra, la mia terra, mi ha portato a pensare di tornare per portarci qualcosa di mio, per fare qualcosa di diverso e raccontare alle persone tutta la fatica, l’amore e la passione che ci sono dietro a ogni bottiglia”, ci spiega Davide.
Le varietà coltivate dall’azienda sono diverse: tra i bianchi si annovera vermentino, albarola e bosco, mentre tra i rossi sono presenti sangiovese, merlot, ciliegiolo, syrah, il granaccia e persino il più raro vermentino nero.
Ma non è tutto… l’intraprendenza di Davide lo porta a battere terreni inesplorati e strade nuove. Ed è con questo spirito che parte un ambizioso progetto di recupero varietale (con la partecipazione del CNR di Torino, della Regione Liguira e Coldiretti La Spezia) di un vitigno storico oggi rarissimo, ma originariamente tipico della zona: il “Ruzzese”.
Il Ruzzese era il vitigno autoctono e tipico di queste colline, molto diffuso fino a 5-600 anni fa. Ma con la scoperta dell’America sbarcò in Europa la fillossera, il parassita che fece strage di Vitigni, compreso il Ruzzese.
Il Ruzzese era il vitigno di eccellenza per ottenere il famoso passito locale, oggi sostituito dal vitigno Bosco. Insieme al recupero di questa varietà storica, è emersa anche una storia molto affascinante… Si narra infatti che nella seconda metà del Cinquecento, questo passito fosse molto apprezzato nientemeno che da Papa Paolo III Farnese che, a detta del suo bottigliere, “soleva intingere i fichi secchi nell’amabile Ruzzese”.
Una storia dal sapore antico, che Davide ha scoperto e voluto recuperare insieme a questi vitigni storici. Oggi, infatti, l’azienda Cà du Ferrà è impegnata in una micro-vinificazione delle uve ruzzese, per arrivare ad assaggiare il famoso e storico passito della zona.
Sotto la guida di Davide, inoltre, l’azienda intraprende la strada del Biologico tanto che oggi “Cà du Ferrà” è certificata biologica da 10 anni, con l’obiettivo di ottenere vini naturali e di eccellenza.
Nel 2018 viene compiuto un altro passo: viene inaugurata la nuova Cantina, che non solo permette all’azienda di essere completamente autonoma in tutte le fasi della produzione, ma diventa anche il cuore dell’attività vitivinicola, in quanto luogo principale dove trasmettere la passione e l’emozione attraverso un buon calice.
Se questa storia ti è piaciuta e desideri approfondire, qui trovi l’intervista completa a Davide Zoppi di Cà du Ferrà, con la Degustazione di alcune bottiglie: