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Carlo e Valeria Vittori di Molino Sant’Antimo: quando la passione per il Brunello si tramanda di padre in figlia…

di 3 Aprile 2021Ottobre 4th, 2021Nessun Commento

La storia che vi stiamo per raccontare si ambienta in quel di Montalcino, ma in un contesto veramente particolare e ricco di fascino. 

Siamo infatti a Castelnuovo dell’Abate, nella zona sud di Montalcino, quella più calda e allo stesso tempo meno vocata per la produzione del vino rispetto alla famosa zona nord da cui provengono la maggior parte delle etichette famose. Qui, infatti, il territorio si fa più aspro e selvaggio e le poche famiglie storiche che presiedono il luogo, per lo più abbandonato, sono dedite principalmente alla coltivazione di oliveti per la produzione di olio.

Ed è proprio qui che, negli anni ‘80, Carlo Vittori decide di intraprendere un’avventura che potremmo definire pionieristica, iniziando a piantare i vigneti tipici della tradizione in questo territorio, facente sempre parte di Montalcino, ma decisamente meno tipico. Così il paesaggio si arricchisce e si trasforma ospitando, tra i fitti boschi, i tipici calanchi senesi, e la macchia mediterranea, anche i filari dei vigneti! 

Col passare del tempo, dopo un lungo lavoro e una buona dose di determinazione, i terreni, con i suoi frutti, premiano la scommessa fatta da Carlo Vittori e dalla sua famiglia, donando vini di grande eccellenza

I vigneti, impiantati via via nel corso degli anni, sono costituiti prevalentemente da Sangiovese Grosso per la produzione del Brunello e del Rosso di Montalcino, ma troviamo anche Cabernet Sauvignon, Merlot e Chardonnay.

La produzione di Molino Sant’Antimo è incentrata principalmente sui vini tipici della tradizione locale: Il Rosso di Montalcino e il Brunello di Montalcino.

Sempre negli anni ‘80, Carlo riceve dal nobile Cavalier Ciacci il rudere di Molino Sant’Antimo, importante edificio di origini trecentesche, che prende il nome dalla famosa Abbazia Romanica poco distante: la maestosa Abbazia di Sant’Antimo, appunto. Ed ecco che alla dedizione e alla cura delle vigne, si affianca, per la famiglia Vittori, un lungo percorso di restauro e ristrutturazione di questo importante patrimonio culturale, per riportarlo alla bellezza delle origini.

Da questo forte legame con il patrimonio storico locale, l’azienda acquisisce naturalmente il nome di “Molino Sant’Antimo”. Anche la scelta del logo è connessa a motivazioni storiche e culturali: si tratta infatti del sigillo del Vescovo Paolo, che durante il suo pellegrinaggio lungo la via Francigena soggiornò in questo luogo. 

L’azienda Molino Sant’Antimo possiede oggi circa 40 ettari di terreno, la metà dei quali coltivati a vigna e in parte ad olivo, mentre l’altra metà è occupata dai boschi e dai calanchi che circondano le vigne, formando un paesaggio davvero unico e suggestivo.

Oggi l’azienda è guidata dalla giovane, preparata e appassionata figlia di Carlo Vittori: Valeria Vittori, che abbiamo avuto il piacere di intervistare.

La storia di Valeria si intreccia, fin da quando era piccolissima, con la vita nei campi, scandita dal lavoro del padre nella vigna, dal mutare dei colori nei filari con il passare delle stagioni, e dai trattori che lenti ma inesorabili solcano le colline…

Ed è proprio in questo contesto che nascono e si formano i sentimenti e i ricordi più vividi a cui Valeria è molto legata, come lei stessa ci racconta:

“Il mio primo ricordo è in realtà una sensazione: la sensazione della terra. Mi ricordo che, quando mio padre lavorava con il trattore, io mi divertivo a staccare la terra che rimaneva attaccata ai cingoli e a sentirne il profumo… Ancora oggi quando vedo un trattore che lavora la mia terra, risento quel profumo che per me è ricco di nostalgia”.

Crescendo, Valeria non ha dubbi su quale sia la sua passione e la sua strada e si laurea nel 2013 presso la facoltà di Agraria di Firenze, in Viticoltura ed Enologia.

I sogni non possono aspettare, e il giorno della laurea, per Valeria è anche il suo “primo giorno ufficiale di lavoro”. Siamo a fine settembre, e una volta posata la corona di alloro, Valeria si dedica subito alla vendemmia in corso. Non solo! La sera, finita la vendemmia, scende in cantina a controllare i tini in fermentazione, ed essendo questa un’operazione molto dedicata Valeria si riposa nell’ufficio proprio accanto alla cantina, dove il padre la troverà esausta e addormentata il mattino seguente! Quando si dice “fare della viticoltura la propria vita”, possiamo affermare con certezza che Valeria ne è davvero un esempio calzante.

Valeria è giovane e molto preparata, e riesce a restituire fin dagli esordi della sua guida in azienda, tutto l’amore e l’affetto, la cura e la dedizione che la campagna ha trasmesso nella sua vita e che lei stessa oggi si ritrova a coltivare come un’eredità molto preziosa da custodire e far crescere.

Nonostante le grandi capacità e gli ottimi risultati raggiunti, Valeria si racconta sempre con estrema umiltà e semplicità agli occhi di chi ha il piacere di conoscerla. 


Lo abbiamo potuto toccare con mano sia durante l’intervista che abbiamo fatto, ma soprattutto durante la bellissima visita a Molino Sant’Antimo: guardate il video per scoprirlo voi stessi!

Qui sotto trovate invece l’intervista in diretta a Valeria Vittoria seguita da degustazione: