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Edi Keber e Collio: storia di confine di una famiglia, un territorio, un vino.

di 11 Settembre 2020Novembre 29th, 2020Nessun Commento

Una terra di confine è un crocevia di culture, sentimenti e storie frastagliate e mai uguali a sé stesse, che vanno a formare l’identità di un territorio molto complesso, variegato e particolare. 

Siamo nel Friuli Venezia Giulia, nella zona del Collio dove, in una delle località più belle e ricche di storia sorge l’Azienda Agricola Edi Keber: nelle colline di Zegla. 

L’azienda dista solo 300 m dalla Slovenia e i filari delle sue vigne segnano quasi i confini tra l’Italia e questa nazione.

In questo territorio, ancora oggi, convivono i segni dell’influenza dei vari popoli che nel tempo si sono susseguiti. Basti pensare che la stessa zona possiede tre diverse denominazioni: Collio, Colli Orientali e Brda (la parte slovena). 

Una diversificazione che segue motivi puramente politici: la divisione tra Collio e Colli Orientali è molto antica e deriva dalle contese tra l’Impero Austro-Ungarico e Venezia. Mentre quella tra Collio e Brda è più recente e risale alla II guerra mondiale quando, a spartirsi il territorio, erano la Jugoslavia e l’Italia prima, la Slovenia e l’Italia poi. 

Tre nomi diversi che trovano però la stessa etimologia e lo stesso significato nel termine “collina” e che vanno a identificare poi, di fatto, lo stesso territorio, le stesse colline e la stessa tipologia di terreno: la Ponka o Flysh

I produttori friuliani possiedono una forte identità aziendale, perché ogni azienda rappresenta la storia di una famiglia, delle proprie origini e delle vicissitudini personali che si intrecciano immancabilmente con quelle della Storia internazionale, che tanto spazio ha avuto in questi luoghi. 

La famiglia Keber ne è un esempio perfetto: originaria di Vienna, vive e lavora queste terre da ormai ben 350 anni!

Oggi produce circa 50 mila bottiglie di vino, grazie alla coltivazione di 12 ettari di vigneti.

Nella nostra intervista abbiamo conosciuto Kristian Keber, che rappresenta l’ultima generazione a capo dell’azienda familiare

Kristian riprende sia il lavoro del padre: valorizzando il territorio attraverso la scelta di solo vitigni autoctoni e imbottigliando personalmente il proprio vino; ma anche quello del nonno: fatto di agricoltura promiscua e di un sapere contadino oggi per lo più dimenticato.

Con la nuova generazione, quindi, l’azienda conosce un ritorno al biologico, si affaccia al biodinamico e cerca di fare propri quei principi della permacultura basati sulla valorizzazione della biodiversità

In che modo? Abbracciando la scelta, un po’ contro corrente, di provare a disfarsi della monocultura della vigna e all’interno di questa, della monovarietà, per sposare invece un uvaggio locale come massima espressione della biodiversità e dell’identità del territorio. 

L’Azienda Edi Keber produce quindi un unico vino: il Collio, frutto della sapiente mescolanza di tre vitigni autoctoni, che meglio si adattano a questa terra: il Tocai friulano, la Malvasia Istriana e il Ribolla Gialla, riappropriandosi così dei sapori e degli aromi più autentici del territorio da cui il vino prende il nome. Un vino antico ma nuovo al tempo stesso. 

“Monocultura e monocultivar – ci spiega Kristian sono una cosa molto recente nel mondo del vino, molto legata all’aspetto commerciale. Mentre noi vogliamo valorizzare l’aspetto artigianale, familiare e tradizionale di questa coltura”. 

Il Collio è un vino bianco (la zona del Friuli è vocata per natura, storia e tradizione al bianco) dove si ritrova e si riconosce perfettamente l’input dato dal terreno: tutta la tipicità della Ponka e tutta l’identità di un territorio complesso e ricco di storie, sapori e aromi che si intrecciano armonicamente all’interno del bicchiere… Non resta che assaporare per credere e compiere un viaggio nel tempo e nella Storia!

Ecco il Video con l’Intervista a Kristian: