Villa Papiano sorge nella provincia di Forlì-Cesena, per la precisione a Modigliana, una delle dodici sottozone del Sangiovese di Romagna.
Siamo in un territorio molto particolare, ubicato a oltre 500 m s.l.m., proprio a ridosso del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, al confine tra Toscana e Romagna. Qui troviamo uno scenario unico che fa da sfondo a una straordinaria viticoltura appenninica, dove le vigne sorgono sparse tra la macchia boschiva.
L’azienda nasce dalla volontà dei quattro fratelli Bordini che, pur avendo scelto lavori molto diversi, decidono di coltivare insieme la passione per il mondo del vino e della campagna tramandati dal padre, e condividere così un progetto enologico tutti insieme.
Villa Papiano oggi è gestita dalla squadra dei fratelli Bordini, dove troviamo Maria Rosa alle relazioni commerciali, Giampaolo che si occupa della gestione, Enrica dell’amministrazione e infine Francesco, che guida l’azienda dal punto di vista agronomico e produttivo.
Dei quattro fratelli, è Francesco che ha scelto la strada dell’enologia, assecondando la sua grande vocazione verso la campagna, il vino e l’agronomia in generale, e desideroso di raccogliere l’importante eredità tracciata dal padre in questo campo.
La storia infatti inizia molto prima, grazie al lavoro del capostipite della famiglia: Remigio Bordini, uno dei primi, nonché dei più grandi selezionatori di Sangiovese. Remigio ha infatti portato avanti negli anni un importantissimo lavoro di selezione, andando a studiare tutte le micro differenze delle varietà della pianta di sangiovese e identificandone così i diversi cloni, per andare poi a selezionarli in base al loro migliore rendimento in determinati suoli e microclimi.
Francesco, ha completamente assorbito questo bagaglio culturale paterno, fatto di studio approfondito dell’agronomia del territorio, ed è convinto che, se ci chiediamo come ottenere un grande vino, la prima risposta sia racchiusa proprio nella terra…
Sì, perché secondo lui, prima di tutto occorre analizzare quali sono le peculiarità e caratteristiche della zona dove ci troviamo, per cercare di capire quali possono essere le sue lacune e le sue potenzialità in base a molteplici fattori: in primis lo studio approfondito del suolo, dell’origine e della composizione dei terreni, la loro storia, ma anche l’esposizione solare; e solo dopo ragionare in termini agronomici.
Da questo amore sconfinato per la geologia e l’agronomia, Francesco decide di diventare consulente enologico, arrivando ad affiancare più di venti aziende sul territorio romagnolo.
Il suo approccio è quello di essere come una “mano invisibile”, che grazie agli studi e alla conoscenza del territorio, riesce ad accompagnare il vino con il minor impatto possibile in cantina, facendo da tramite tra il territorio stesso e l’idea di vino del produttore.
Francesco, grazie alla sua grande passione per questo mondo, vanta una cultura molto approfondita e riesce quindi a spingersi oltre e pensare fuori degli schemi.
Un esempio di questo è il concetto di valorizzazione del frutto come elemento di rilievo del vino. La prerogativa del frutto, con la sua qualità più semplice, fresca e gioviale, negli ultimi anni è stata infatti un po’ bandita e relegata ai vini di pronta beva, in favore di vini più speziati e ricchi di sfumature.
Francesco crede invece che, nel mondo del vino in generale, ma nel Sangiovese di Romagna in particolare, il frutto debba essere un elemento predominante e fondamentale nella caratterizzazione del vino.
Ed è in quest’ottica che vengono lavorati i frutti della vigna a Villa Papiano, arrivando ad ottenere dei vini di grande piacevolezza fruttata e di grande bevibilità, che siano il più possibile lo specchio del proprio territorio.
…Valorizzare le caratteristiche uniche dei terreni e del clima
…Esaltare la predominanza del frutto
…Concepire il vino come espressione del proprio territorio
Sono questi i cavalli di battaglia che guidano il lavoro di Francesco, sia a Villa Papiano che nelle aziende che segue con grande energia, passione e slancio.
Per moltissimo tempo la Romagna è stata schiava del modello enologico toscano, con risultati non ottimali, dato che non si teneva conto delle diversità dei due territori.
Grazie a questo nuovo approccio, invece, la Romagna si è potuta riappropriare di una propria scuola enologica, andando a riscoprire, curare e valorizzare le proprie peculiarità. Qui troviamo infatti terreni più fertili, meno rocciosi, e un clima più fresco caratterizzato da grandi escursioni termiche. Il tannino non emerge come nei vini toscani, in cambio però di una bella acidità e una spettacolare fruttuosità.
Riconoscere ed esaltare queste caratteristiche uniche è la missione che Francesco sta portando avanti con grande passione, per ritrovare e dare il giusto riscatto alla vera identità romagnola dei vini del territorio, Sangiovese in primis.
Ecco perché, non a caso, il nostro Davide D’Alterio, sommelier per il Volto del Vino, ha bonariamente soprannominato Francesco Bordini come “il custode del Sangiovese”.
Qui sotto trovate l’intervista completa in diretta a Francesco Bordini: