Quando nel mondo del vino e della viticoltura sentiamo parlare di Fillossera (Viteus vitifoliae), si sta facendo riferimento a un parassita della vite originario del Nord America e introdotto in Europa intorno al 1863, in seguito al commercio internazionale.
Questo insetto è divenuto tristemente famoso in quanto, dal suo avvento (avvenuto dapprima nel Sud della Francia per poi espandersi nel resto d’Europa – in Italia nel 1879 -) in pochissimo tempo, è riuscito a devastare tutta la viticoltura europea.
In che modo? Questo parassita, durante il suo ciclo di vita, riesce ad attaccare e danneggiare in modo irreparabile la pianta della vite, sia a livello radicale che fogliare.
Nelle foglie, in particolare, si formano delle protuberanze, come delle galle, nelle quali l’insetto deposita le sue uova. Mentre nelle radici provoca delle lesioni profonde, portando la pianta in breve tempo alla morte.
Dopo svariati tentativi ed esperimenti, finalmente nel 1880 (in Italia nel 1890) si arrivò alla soluzione definitiva per sconfiggere questo problema. Dato che la vita americana veniva colpita dalla fillossera principalmente sull’apparato fogliare, ma quello radicale rimaneva intatto, e viceversa la vite europea tendeva invece a soffrire molto di più l’attacco dell’insetto a livello radicale, rispetto ai danni subiti sulla parte aerea, si pensò quindi di unire insieme l’apparato radicale della vite americana, con l’apparato superiore fogliare di quella europea, creando così una pianta che risultasse completamente immune ai danni di questo terribile parassita.
Questo metodo è riuscito a salvare la vita all’intera viticoltura mondiale! Oggi infatti, tranne pochissime eccezioni, tutte le piante di vite sono su innesto americano, e la fillossera non è più un problema.
VIGNA PRE-FILLOSSERA
Pochissimi Vigneti fanno eccezione: grazie alle particolari caratteristiche del loro suolo, alcuni vigneti non sono mai stati colpiti dalla fillossera al suo arrivo.
Come mai? I terreni sabbiosi e quelli vulcanici, per la scarsità di ossigeno presente al loro interno, sono degli ambienti naturalmente ostili per questo parassita, che proprio per mancanza di ossigeno tende a morire prima di riuscire a propagarsi e fare danno.
Ecco quindi che alcune vigne con queste tipologie di suolo, pur essendo presenti all’epoca dell’infestazione di questo insetto, non sono state mai intaccate. Queste vigne vengono definite “Vigne Pre-Fillossera” perché si tratta di vigne ancora in vita prima che arrivasse il parassita.
VIGNA A PIEDE FRANCO
Nei suoli naturalmente ostili per la Fillossera (come quelli sabbiosi o vulcanici) è possibile ancora oggi piantare delle nuove vigne prive di innesto americano.
La vite crescerà quindi nella sua interezza originale, con il suo piede naturale, senza alcun innesto. Ecco perché “piede franco” (piede libero da innesto).