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METODO MARTINOTTI O CHARMAT

Il “Metodo Martinotti” (spesso nominato in associazione al Prosecco), è una tecnica di produzione antica, che riguarda la seconda fermentazione del vino e si pone quindi come alternativa al metodo classico

Nel Metodo Martinotti il vino finito (quindi già fermentato e affinato in botti o cisterne) viene posto all’interno di grandi autoclavi isobariche, che trattengono la pressione al loro interno. Qui vengono inseriti lieviti e zuccheri per far partire una seconda fermentazione, e l’anidride carbonica prodotta resta all’interno degli autoclavi. Il vino viene imbottigliato sempre in ambiente isobarico, così da mantenere nelle bottiglie tutte le bollicine prodotte durante la seconda fermentazione. 

Ciò che contraddistingue il Metodo Martinotti dal Metodo Classico, è la caratteristica di produrre vini dall’aromaticità più pura, schietta e fruttata. Infatti questo metodo tende a mantenere l’aroma originale dell’uva, il suo profumo, i suoi sentori, grazie a una fermentazione relativamente breve. Al contrario, quelle del metodo classico sono di solito fermentazioni molto lunghe che da un lato arricchiscono il vino, ma dall’altro tendono a snaturare un po’ la naturalezza del suo aroma. 

Curiosità: il metodo Martinotti si chiama anche “Metodo Charmat”. Infatti, se Martinotti inventò e brevettò questa tecnica di produzione, il francese Charmat ebbe l’astuzia di brevettare le autoclavi! 

Questo metodo viene utilizzato per produrre grandi quantità di vino, ma soprattutto per ottenere dei vini dagli aromi più fruttati, più aromatici e quindi più delicati e più facili da bere

Le uve più votate a questa tecnica di produzione e che hanno reso il metodo Martinotti famoso in tutto il mondo sono: il Moscato, l’Asti Spumante, il Moscato d’Asti, la Glera  – l’uva del Prosecco – ma anche il Brachetto oppure il Lambrusco

Oggi il Metodo Martinotti è conosciuto e diffuso in tutto il mondo: dagli Stati Uniti al Sud-america, fino all’Australia.