
La storia dell’azienda Cesani inizia nel 1949, quando Annunziata e Guido Cesani decidono di lasciare le Marche e trasferirsi a San Gimignano, dove comprano un pezzetto di terra nella frazione di Pancole.
…Mai scelta fu più fortunata: si scoprirà infatti che questo luogo costituisce un’area particolarmente favorevole per la produzione della famosa Vernaccia.
La gestione dell’azienda si tramanda di padre in figlio insieme alla passione per questo mestiere e alla profonda conoscenza della terra e delle sue uve. Questo fa sì che, nel corso del tempo, Cesani diventi una delle aziende vitivinicole più importanti del territorio, nonché traino di una delle più suggestive e curiose tra le denominazioni toscane: quella della “Vernaccia di San Gimignano”.
La Vernaccia di San Gimignano è un vino molto particolare e rinomato, che potremmo raffigurarci come una bellissima torre bianca che si erge al di sopra di una folta schiera di altisonanti vini rossi. Una torre costruita su un terreno di origine marina, grazie all’audacia dei produttori. Il territorio di Pancole è caratterizzato, infatti, da terreni ricchi di materiale fossile marino dell’epoca del pliocene, ed anche questo contribuisce a donare al vino quelle note così uniche.
Oggi l’azienda Cesani è guidata da Letizia Cesani, nata da tre generazioni di vignaioli, da cui ha ereditato la passione e la cura con cui si dedica alle sue vigne e ai suoi vini.
Letizia è stata per 10 anni presidente del consorzio di tutela della Vernaccia di San Gimignano, cercando di diffondere quanto più possibile l’amore per il suo vino e la sua terra. Ed è così che riesce, grazie alla sua costanza, al suo estro e all’alta qualità dei suoi vini, ad ammaliare anche il pubblico più scettico.
Una delle sue scommesse più ardite è stata quella con la Clamys: una vigna ben posizionata, ma molto cara e in stato di abbandono, che nessuno vuol prendersi in carico. Letizia però ci vede del potenziale e la fa sua, iniziando a vinificare il succo di quell’uva così particolare e portatrice di tratti unici, da cui nasce un vino nuovo e straordinario.
Il suolo di questa vigna è caratterizzato da grandi blocchi di argilla: una tipologia di terreno completamente opposta ai suoli sabbiosi presenti nei dintorni. Qui non ci sono le “ostriche” plioceniche tipiche delle vigne locali, ma vi si trova una sorta di “capasanta” preistorica, la Clamys, appunto. A questo tipo di vigna così peculiare per la sua ubicazione, si affianca anche un sistema di coltivazione abbastanza desueto: ovvero il cordone alto a doppia posta. Insomma, una scommessa che in pochi si sono sentiti di fare e che Letizia Cesani ha accettato e ha vinto.
Altra scelta molto particolare è stata quella, da parte di Letizia, di smettere di affinare in legno la sua Vernaccia San Gimignano Riserva “Sanice”, tralasciando il concetto di “riserva” e acquistando in cambio un grande potenziale per questo splendido vitigno che oggi, anche grazie a questa scelta, vede giocare la propria prospettiva evolutiva all’interno della genetica delle uve stesse… e il risultato è favoloso: assaggiare per credere!
La prossima volta che farete un giro per le strade e le colline di San Gimignano, pensate che state visitando non solo un paese in bilico tra il medioevo e l’arte moderna, ma soprattutto un luogo ricco di sapidità, copiosa struttura dorata e bottiglie che hanno sfidato il tempo e hanno vinto, perché oggi sono ancora qui, sempre un passo avanti.
Noi de Il Volto del Vino abbiamo intervistato Letizia Cesani. Ecco qui il video dell‘intervista e della Degustazione: