La storia che vi raccontiamo oggi si svolge nelle Marche, in provincia di Ancona, e in particolare nel paesino di Poggio San Marcello, dove sorge la storica sede dell’azienda Sartarelli, immersa tra le dolci colline marchigiane. Zona tipica per la produzione del Verdicchio dei Castelli di Jesi D.O.C.
Per raccontare questa storia dall’inizio, dobbiamo andare un po’ indietro nel tempo, quando lo stimato fornaio Ferruccio Sartarelli, per dedicare più tempo alla famiglia, decide di investire tutto su una sua grande passione, quella per il Verdicchio, vigna autoctona e tipica del territorio nonché una delle più antiche del Belpaese.
Ferruccio si lancia quindi in una sfida molto ardita per il tempo: produrre verdicchio di grande qualità, in piena controtendenza con l’epoca dove si puntava più alla quantità, e si mescolava il verdicchio con altre varietà di uva per farne un vino da tavola. Così, nel 1972 Ferruccio Sartarelli acquista la tenuta, primo passo per arrivare a quella che oggi è una delle poche aziende vitivinicole italiane con una produzione storicamente mono varietale di Verdicchio.
Oggi alla guida dell’azienda troviamo la figlia di Ferruccio, Donatella Sartarelli e suo marito Patrizio Chiacchiarini. Ma la vera essenza dell’azienda Sartarelli è la squadra che lavora ogni giorno con passione, dedizione, impegno e audacia. Una squadra formata prima di tutto dalla famiglia Sartarelli, che vede in campo non solo Donatella e Patrizio ma anche i loro figli, ciascuno con le proprie abilità e competenze: Caterina, che si occupa del commercio internazionale, e il fratello Tommaso, l’enologo della cantina.
Noi de Il Volto del Vino abbiamo avuto anche il grande piacere di conoscere e intervistare Patrizio Chiacchiarini (clicca qui per guardare l’intervista completa). Uomo d’altri tempi, contraddistinto da una forte passione ed entusiasmo per il Verdicchio come massima espressione del suo amato territorio, ma allo stesso tempo un uomo semplice e tenace, che ha saputo andare contro corrente con umiltà e coraggio.
Basti pensare che già negli anni ‘70 e ‘80 del secolo scorso, quando ancora si usava mescolare il verdicchio con differenti vitigni, un tempo per ottenere una maggiore quantità di vino, in seguito per puntare invece soprattutto sull’aromaticità, Patrizio e l’azienda Sartarelli scommettono invece tutto sulla purezza di questo prezioso vitigno autoctono, decidendo di vinificare Verdicchio al 100%. Negli attuali 55 ettari che fanno parte dell’azienda, infatti, non c’è un chicco di un’altra uva.
Da questi vitigni nascono cinque meravigliose etichette, tutte Verdicchio 100% (Sartarelli Brut, Sartarelli Classico, Tralivio, Balciana, Sartarelli Passito) per dimostrare l’estrema versatilità di questa tipologia di vigneto.
Ed è proprio grazie a questi cinque vini che l’azienda Sartarelli ha raggiunto nel tempo le vette del successo, come dimostrano i numerosi riconoscimenti e premi vinti. Primo fra tutti, quello conquistato dal vino Balciana vendemmia 1997 che, al rinomato concorso International Wine Challenge di Londra del 1999, tra oltre 8000 vini bianchi in gara provenienti da numerosi paesi di tutto il mondo, vince il premio come “Miglior Vino Bianco Italiano”… e con grande stupore e gioia di Patrizio che era andato a ricevere questo riconoscimento, a sorpresa anche il premio come “Miglior Vino Bianco del mondo”!
I vini di Sartarelli si distinguono dagli altri per struttura e materia. Portiamo ad esempio, ancora una volta, il famoso Balciana, che ha la particolarità di essere vendemmiato a fine novembre. Perché così tardi? Questa scelta è frutto di un’altra sfida che si è posta la famiglia Sartarelli: provare a vedere quali potenzialità può esprimere il verdicchio quando resta più tempo sulla pianta.
Una sfida decisamente vinta che ha portato alla creazione di un vino ricchissimo. Il Balciana è quasi una crema, ma non è dolce. Anzi, il residuo zuccherino è lievissimo, e il vino risulta molto ben strutturato e coloratissimo. Non per nulla è il vino vincitore dei premi che vi abbiamo raccontato poc’anzi.
Forte della sua identità e delle sue idee, ed entusiasta cultrice del Verdicchio, la famiglia Sartarelli decide di dare vita, all’interno della loro cantina, a un progetto straordinario e unico: nasce così il Museo del Verdicchio!
Ma il loro amore per questo vigneto non si ferma qui, e sempre nuove sfide sono all’orizzonte: come quella di selezionare particolari cloni di Verdicchio antico all’interno dei loro vigneti più vecchi, con lo scopo di portare questo vino alle sue massime espressioni e permettergli di svelare tutte le sfumature aromatiche più intime che le sue uve nascondono.
Se vi capita di visitare la tenuta, scoprirete, appena entrati, il motto dell’azienda Sartarelli, scritto a caratteri cubitali dietro il bancone delle degustazioni: “In Verdicchio Veritas”.
Pensiamo che non potevano scegliere una frase più azzeccata per descrivere la loro visione!
Se te la sei persa, guarda qui l’intervista a Patrizio Chiacchiarini dell’Azienda Sartarelli: