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Tenuta Benedetta e l’insolito e fortunato sodalizio tra Toscana e Sicilia

di 8 Marzo 2021Luglio 16th, 2021Nessun Commento

Quella che vi raccontiamo qui è una storia unica, dove si intrecciano tra loro eventi singolari e casi fortuiti, diretti sempre dalla bussola della passione.

Daniele Noli e Laura Daviddi, insieme alla figlia Benedetta, sono una felice famiglia toscana della provincia di Arezzo. Daniele inizia la sua carriera come farmacista, occupandosi di prodotti per il settore enologico. In questa fase della sua vita, però, l’idea di mettersi a produrre vino in proprio non l’aveva mai sfiorato…

Tuttavia, la passione per il vino ha sempre fatto parte di lui, tant’è che uno dei suoi più grandi desideri era quello di provare l’esperienza di fare “il bagno nel vino”

Questa famiglia coltiva da sempre un forte amore per la Sicilia, dove ogni anno, puntualmente, trascorre le vacanze; per la precisione a San Vito Lo Capo. La familiarità e l’affezione per il posto è tale che la piccola Benedetta è solita identificare questo lido come “il mio mare”

Nasce così in Daniele e Laura la volontà di comprare una casina in questa località di mare a cui sono tanto affezionati. Un’estate si mettono in cerca, ma non riescono a trovare niente che faccia al caso loro. 

Finite le vacanze, si mettono in cammino per tornare a casa… Durante il viaggio di ritorno però fanno tappa sull’Etna, dove Daniele deve incontrare un enologo a cui deve consegnare alcuni materiali di settore.

Una volta arrivati, Daniele, Laura e Benedetta rimangono folgorati dalla bellezza e dall’unicità del posto! Oltre a questo l’Etna offre un clima straordinario, fresco e ventilato anche d’estate, paesaggi spettacolari, e la possibilità di raggiungere il mare in pochissimo tempo!

Daniele e Laura si guardano, e d’intesa capiscono subito di essersi innamorati di questo luogo magico. Chiedono allora all’enologo se sa di case in vendita in questa zona, e qui scatta una domanda che rappresenta un po’ un bivio, di quelli che a volte si incontrano nella vita: “Sì ci sono diverse case. La vorreste con la Vigna o senza?”.

Ed è così che, nel 2014, il maestoso vulcano siciliano dà i natali a Tenuta Benedetta. Una piccola azienda vitivinicola a conduzione familiare che, come avrete intuito, prende il nome dalla figlia di Daniele e Laura, da subito entusiasta e coinvolta in questa fantastica avventura.

La famiglia inizia a sistemare piano piano le vigne per iniziare a produrre il proprio vino, la cui prima annata sarà proprio la 2014. E Daniele intraprende così il mestiere di vignaiolo e produttore di vino!

E qui, proprio legato alle vigne, si verificherà un altro caso insolito e fortunato, che a breve vi sveleremo…

Intanto partiamo col dire che quelle di Tenuta Benedetta sono vigne antichissime. Il territorio dell’Etna infatti, come tutta la Sicilia, vanta una cultura del vino tra quelle storicamente più antiche nel mondo. 

Molte vigne di Tenuta Benedetta sono state catalogate nel 1910, e questo ci fa pensare, con ogni probabilità, che siano più antiche di almeno altri 20 o 30 anni. Si tratta di vigne straordinarie, che nel tempo si sono perfettamente adattate al clima, e presumibilmente pre-fillossera* (guarda il video che spiega cos’è la fillossera).

Ma adesso arriva il bello: Daniele assaggia la prima produzione di vino e si rende subito conto che c’è qualcosa di strano… Sì, perché il colore così scuro, il sapore e la ricchezza del vino sono per lui troppo familiari, e non vi riscontra il sapore tipico del Nerello Mascalese, come invece il vitigno era stato catalogato. 

Daniele decide allora di mandare ad analizzare il vino, per scoprire così che effettivamente si tratta, non del Nerello Mascalese tipico dell’Etna, bensì del toscanissimo Sangiovese!

Immaginate lo stupore di questa famiglia, nel ritrovare un pezzo della propria Toscana proprio in uno dei vitigni acquistati in Sicilia!

La famiglia Noli decide di accogliere e andare incontro a questo caso insolito e inaspettato, e inizia così a produrre un atipico e quanto mai unico Sangiovese in purezza sull’Etna.

Ma questo non è l’unico vino che produce Tenuta Benedetta. I vigneti acquistati, per una superficie complessiva di oltre due ettari e mezzo, sono infatti tre e ospitano vitigni differenti.

I vini che produce l’azienda, frutto di questi vitigni diversi, sono anch’essi solo tre, ma racchiudono tutta la passione e la cura per le vigne e per la produzione in cantina. E questo lo possiamo percepire già dai nomi scelti. Abbiamo infatti:

  • Rosso di Laura, un Etna Rosso DOC ottenuto da un blend di uve tradizionali dell’Etna quali Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio.
  • Bianco di Mariagrazia (in onore della mamma di Daniele), un Etna Bianco DOC, anch’esso ottenuto da un blend di uve tradizionali quali Catarratto e Carricante.

E infine…

  • Unico di Benedetta, un IGP di Terre Siciliane, che costituisce la punta di diamante dell’azienda, essendo una novità unica e assoluta quella di un Sangiovese in purezza prodotto sulle pendici dell’Etna

Assaggiando questo vino siamo testimoni di un sodalizio particolarmente felice, che lascia stupiti mente e palato. Un atto d’amore che si compie tra il celebre vitigno toscano, che si fonde egregiamente con il territorio magico e dal microclima unico come quello dell’Etna.


Quelli di Tenuta Benedetta sono tutti vini dove l’altissima qualità la fa da padrone. Nel frattempo, infatti, Daniele si è laureato in viticoltura ed enologia e cura personalmente tutta la produzione: dalla vigna alla bottiglia finita, con il risultato di produrre vini veramente particolari e unici e per questo difficili da raccontare, ma sicuramente ricchi di fascino.

Guarda qui l’intervista completa a Daniele Noli di Tenuta Benedetta:

* Le vigne pre-filossera, definite anche “vigne a piede franco”, sono quelle vigne che sono sopravvissute alla devastazione della filossera: un parassita arrivato in Europa dalle Americhe verso la fine del 1800, a causa dei commerci. Questo parassita, sconosciuto dalle vigne europee, provocò la morte di numerosi esemplari e con esso un enorme danno alla produzione di vino di tutta Europa. I vitigni americani, avevano avuto il tempo di difendersi da questo parassita, ed erano quindi immuni. Da allora fino ad oggi, i vitigni tipici europei vengono innestati su piede di vitigno americano.