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Un tuffo fra Tradizione e Innovazione con Varvaglione 1921 e Primitivo di Puglia

di 6 Gennaio 2021Gennaio 7th, 2021Nessun Commento

Oggi il nostro viaggio alla scoperta del Volto umano del vino, ci porta in una terra meravigliosa, suggestiva e affascinante come il paesaggio di una cartolina… 

Siamo in Puglia, nel Comune di Leporano, situato in provincia di Taranto, la cosiddetta “città dei due mari”, poiché costituisce una striscia di terra contesa tra il Mar Piccolo e il Mar Grande, che si ricongiunge poi nel Golfo di Taranto. In particolare ci troviamo nella zona del “Grande Salento”, quella un po’ più a nord, caratterizzata da una macchia mediterranea ancora inesplorata e più selvaggia. 

Qui sorge un’azienda che vanta una storia secolare: Varvaglione 1921. L’azienda vinicola, la masseria e i numerosi ettari di vigneto, giacciono a circa 5 km in linea d’aria dal mare, da cui sono profondamente influenzati. Caratteristica saliente di questa zona, infatti, è un vento caldo che soffia dalla terra al mare: lo Scirocco, che dona un carattere distintivo a tutti i vini che nascono qui.

La storia dell’azienda Varvaglione nasce nel lontano 1921, anno in cui si fa risalire la prima commercializzazione dei loro vini Tarantini, sinonimo di qualità e territorio. Così, sulle orme di Angelo Varvaglione, il figlio Cosimo e sua moglie Teresa hanno dato una spinta e accolto grandi sfide, facendo diventare l’azienda una delle più importanti del territorio.

Oggi nell’azienda siamo alla quarta generazione della famiglia Varvaglione, grazie al coinvolgimento diretto dei tre figli di Cosimo e Teresa: Marzia, la primogenita, che dal 2013 lavora nel marketing, Angelo che è agronomo e si occupa della campagna e Francesca che sarà presto enologa e avrà cura della produzione insieme al padre Cosimo, enologo e punto di riferimento costante dell’azienda e della cantina. 

Per spiegarci il loro legame con il territorio e con il mondo del vino, Marzia Varvaglione, durante l’intervista che le abbiamo fatto, ci ha raccontato – con una punta orgoglio e il sorriso che le illumina il volto – un curioso aneddoto di famiglia

“Il nostro legame con il vino è da sempre… ed è un legame viscerale… Una storia che mi è stata raccontata tante volte e che mi accompagna fin dalla nascita è il racconto di quando mio padre, al mio battesimo e a quello di mio fratello e mia sorella, ha intinto il dito nello spumante e ce lo ha fatto ciucciare”.

Insomma, una famiglia che il vino ce l’ha nel sangue, potremmo dire!

Una delle sfide intraprese e vinte dalla famiglia Varvaglione è stata quella di valorizzare e dare un’identità proprio a uno dei vini più importanti della Puglia. Un vino molto apprezzato, stimato e bevuto all’estero, ma ancora oggi forse poco compreso all’interno dei confini nostrani. Stiamo parlando del Primitivo. Un vino dalle origine antichissime, millenarie, che si coltiva in queste terre, e la cui storia è stata interessata da un’importante evoluzione negli ultimi 20-30 anni. Ci troviamo infatti nel territorio del Primitivo di Manduria DOC, e l’azienda Varvaglione è stata una delle maggiori protagoniste di questa evoluzione. 

Il Primitivo, infatti, durante i secoli è stato sempre utilizzato per lo più come vino taglio, da arricchimento, per donare corpo, colore e profumo ad altri vini… Negli ultimi 20 anni invece, abbiamo assistito a una vera e propria rivoluzione enologica, parte della quale, la famiglia Varvaglione ha deciso di puntare sul Primitivo producendolo in purezza, e creando così delle grandi bottiglie che sono state portate all’estero così da poter essere molto apprezzate dalla critica internazionale. 

Un esempio lampante, questo della famiglia Varvaglione e del vino Primitivo, di quanto la differenza nel calice la faccia non tanto e non solo il territorio con le sue caratteristiche uniche e insostituibili, ma soprattutto – come noi del Volto del Vino diciamo sempre –  il lato umano del terroir. Insomma, la più sostanziale differenza, ancora una volta, la fanno le persone. Ed è proprio grazie al loro intuito, alla loro passione e al loro coraggio nel buttarsi in nuove sfide, che oggi il Primitivo non è più solo un vino da taglio, ma un protagonista della qualità tarantina nel mondo, esportato in ben 60 paesi diversi!

Oggi anche in Italia le persone iniziano ad essere curiose di assaggiare gusti diversi dai soliti della propria regione… e questo sta piano piano portando al Primitivo, il successo e l’accoglienza che merita. 

A questo punto non resta che dire due parole su questo vino così unico. Intanto stupisce il fatto che un vino così suadente, avvolgente e compatto, sia frutto di uve dalla maturazione precoce. Il nome “Primitivo”, infatti, deriva proprio da questa caratteristica delle sue uve che in Italia sono fra quelle che maturano per prime. La più rapida maturazione di quest’uva è dovuta da una caratteristica della buccia, che è estremamente sottile, permettendo quindi ai raggi solari di attraversarla meglio. Questa caratteristica, e il fatto che il vigneto tolleri molto bene lo stress idrico, permette al Primitivo di far maturare i propri acini e vinaccioli prima di tutti gli altri vigneti. 

Ma oltre al Primitivo, Varvaglione coltiva con cura e scrupolosità altre tipologie di uve, autoctone e non, quali: Malvasia Nera e Bianca, Aglianico, Verdeca, Chardonnay, Negroamaro e Fiano.

Come la coltivazione, così anche la produzione di vini è ricca e variegata, e con l’avvento di Marzia Varvaglione nel reparto marketing, le novità e le nuove sfide non sono mancate: sono state ideate e create sette diverse linee di Vini accomunati da caratteristiche e design comuni, andando a valorizzare ancora di più l’identità di ogni singola bottiglia

“Abbiamo voluto dare ad ogni linea la propria identità… noi crediamo che il vino si beve prima con l’etichetta stessa, e poi tramite il succo…”. 

Ci spiega Marzia stessa durante la nostra intervista. 

Ma per Varvaglione le sfide non finiscono mai e la volontà di migliorarsi e fare sempre qualcosa in più, di nuovo e migliore è la spinta propulsiva che interessa ogni nuovo progetto. Una delle ultime idee, che Marzia ci ha svelato in anteprima, è quella di far uscire uno Spumante Rosato… per riprendere la tradizione millenaria del Rosato pugliese, ma interpretandola secondo una veste nuova. 

E questo è forse l’emblema più calzante di un’azienda secolare che però non smette mai di voler essere giovane

Per approfondire questa storia, guarda qui l’intervista completa a Marzia Varvaglione: